Il taiji quan come percorso di crescita personale
di Giuseppe Paterniti, Direttore Tecnico della Scuola di Tradizionali Arti Orientali Stone Temple Tao e dell’AMHA – Alliance for Martial and Healing Arts, organizzazione internazionale per lo studio e la diffusione delle discipline interne.
Il Taiji Quan può essere visto come un vero e proprio percorso di crescita personale… A mio avviso, a differenza di altri sistemi finalizzati allo sviluppo armonico dell’individuo, il Taiji Quan presenta delle caratteristiche che, per certi versi, gli forniscono una sorta di “marcia in più″.
Innanzi tutto perché questa disciplina è un’arte marziale è, in quanto tale, si pone come obiettivo primario la risoluzione del conflitto.
Chi voglia intraprendere un serio percorso volto all’autorealizzazione non può prescindere, infatti, dalla comprensione profonda del conflitto.
Grazie al cielo in quest’epoca non dobbiamo preoccuparci oltremodo della nostra incolumità fisica (anche se sapersi difendere è importante) e non dobbiamo combattere per le strade della nostra città!
Nonostante ciò, però, ogni giorno ci troviamo di fronte ad innumerevoli situazioni conflittuali sul piano psicologico (nelle relazioni in generale ma anche, soprattutto, con noi stessi).
Saper riconoscere la radice del conflitto e, nel contempo, risolverlo aderendo ai principi del Taiji (e quindi in piena armonia) significa saper vivere serenamente e liberi da continue lacerazioni interne.
Una delle cause che generano il conflitto (sia interno che esterno) è sicuramente la paura e, com’è facilmente intuibile, la pratica di un’arte marziale quale il Taiji Quan non può che essere di grande aiuto per un lavoro finalizzato a sciogliere tale sentimento.
Una delle cause della paura è di certo l’incapacità di rimanere radicanti nel presente: l’arte del Taiji insegna, attraverso un intensa pratica introspettiva, a riconoscere le dinamiche del pensiero psicologico, che vaga tra il passato ed il futuro (che sono dimensioni che di per sé non esistono) e, quindi, a rimanere radicati nel presente (dove il sentimento della paura perde di forza e raramente può avere presa).
La paura, in realtà, è il frutto non soltanto di una mente che vaga tra passato e futuro, ma anche di una mente che non è in grado di vedere le cose per ciò che sono realmente.
La realtà oggettiva può essere percepita esclusivamente da una mente che si trova in uno stato di profonda quiete… quando la mente non è serena le cose e gli eventi vengono visti e vissuti in maniera distorta e poco chiara.
Una mente in quiete, infatti, può essere paragonata ad un lago dalle acque calmissime e, pertanto, dal fondale chiaramente visibile. Una mente che al contrario non è serena è paragonabile ad un lago dalle acque mosse e, quindi, dal fondale poco visibile.
Solitamente in un conflitto vince il più forte… ma chi è veramente il più forte?
Si potrebbe anche dire che la vera forza si trova nella quiete: soltanto una visione chiara e lucida delle cose mi potrà permettere di muovermi in maniera centrata e determinata.
Il Taiji Quan è, per eccellenza, l’arte marziale della quiete e dell’armonia. Uno studio serio e profondo di questa disciplina non può che portare il praticante ad una sempre più profonda comprensione della realtà interna ed esterna (per scoprire magari che queste ultime coincidono).
Un altro dei pregi di quest’arte è il fatto che certi importanti principi vengono studiati ed interiorizzati attraverso un lavoro corporeo.
Il Taiji Quan è fondamentalmente movimento e per potersi muovere liberamente e fluidamente occorre soprattutto rimanere in un costante stato di rilassamento.
Tale rilassamento è da intendersi anche dal punto di vista psicologico: schemi, modelli e strutture mentali che possono essere paragonati a forme di rigidità ovviamente limitanti se non addirittura paralizzanti.
Il praticante di Taiji impara presto il fatto che un certo tipo di movimento fluido ed armonico del corpo non è possibile se non attraverso il rilassamento. Allo stesso modo comprende anche che se rimane attaccato a varie forme di condizionamento mentale gli sarà impossibile fluire con il movimento naturale della vita.