Indagine sull’immanenza del taiji – L’unità binomia macrocosmica
Materiale per Relazione al Congresso ECIM Firenze 2012 – prima parte – di Carlo Moiraghi, Vicepresidente FISTQ. Direttore della Scuola ALMA di agopuntura, e della Scuola ALMA di Qigong e Taijiquan. Delegato FISA per la Regione Lombardia
Quale l’ho sperimentata al contatto con la Terra, la Diafana del Divino nel cuore d’un Universo ardente. – Il Divino irradiante dalle profondità d’una Materia in fuoco: ecco ciò che tenterò di far intravedere e di far condividere in questo scritto – Pierre Teilhard De Chardin –
L’immanenza del taiji, l’unità binomia in cui la ciclicità dell’esistenza si realizza, indirizza alla ricerca di un fondamento di questo suo essere inevitabile radice di ogni registro della realtà, base costante che non può che risiedere nella matrice della struttura terrestre, nel cuore del pianeta, come nella matrice dell’organismo vivente, nel cuore della cellula.
Evidenza e radice dell’unità binomia macrocosmica espressa dal taiji sono certo la rotazione e la rivoluzione planetaria da cui i ritmi circadiani ed annuali discendono. L’indagine si volge dunque al satellite lunare che di rotazione e di rivoluzione planetarie è centrale stabilizzatore. Eccoci così alle teorie astronomiche circa la formazione della luna.
Quanto alla genesi della luna, le teorie dell’impatto gigante, dagli anni settanta le più accreditate ad opera di William K. Hartmann, Donald R. Davis, Alastair G. W. Cameron, in modi differenti ma simili ipotizzano la collisione, avvenuta circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, fra la Terra e un corpo celeste di grandi dimensioni e di composizione ferrosa, chiamato Teia, nella tradizione greca dea madre di Selene, la luna. Nello scontro da un lato si sarebbe formata la Luna, satellite fondamentale nello stabilizzare ogni dinamismo e ritmo terrestre, rotazione, rivoluzione, maree. Da altro lato il nucleo ferroso di Teia si sarebbe approfondito giungendo al centro terrestre, da dove da allora regge da un lato il campo magnetico terrestre, da altro lato la rotazione del mantello terrestre, che viene trascinato dal profondo nucleo terrestre di origine theiana che ruota ad una velocità ben maggiore. Interessante notare come nei miti di varie culture, come pure in numerosi passi della biblica Apocalisse di San Giovani si possano riconoscere rivelazioni di questo scontro originario.
Allora apparve un altro segno nel cielo, un enorme drago rosso con sette teste e dieci corna e sulle teste dieci diademi. La sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava nella terra. Il dragone si pose davanti alla donna che stava per partorire, per divorarne il figlio, non appena l’avesse partorito – Apocalisse 12. 1 – 4 –
Accade così che accreditate voci della scienza moderna, arcaiche leggende di culture diverse e l’antico racconto sacro suonino per grande parte concordi.
Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’abisso. Egli aprì il pozzo dell’abisso e dal pozzo salì un fumo come il fumo della grande fornace, oscurò il sole e l’aria tutta – Apocalisse 9. 1 –
Conviene ora valutare l’immagine demoniaca che venne associata a quest’affondo planetario.
Vidi poi un Angelo scendere dal cielo con la chiave dell’abisso e una grande catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, satana, e lo incatenò per mille anni. Lo gettò nell’abisso. Ve lo richiuse e ne sigillò la porta sopra di lui perché non seducesse più le nazioni fino al compimento di mille anni, trascorsi i quali dovrà essere sciolto per qualche tempo – Apocalisse 20. 1 –
A ben vedere i tanti nomi tradizionali del demonio si mostrano attinenti a questa originaria collisione. Il termine latino lucifer, da cui Lucifero, indica il portatore di luce. L’ebraico ha satan, da cui Satana, intende Colui che si scontra. Diavolo, dal greco diaballo, significa Colui che si lancia attraverso. Il greco daimon, da cui Demonio, nomina poi una forza arcana che appartiene alla sfera degli dei, potere impenetrabile, movente profondo che sollecita gli uomini, a loro favorevole o contrario. Nel mondo greco daimon è dunque potenza tellurica che riconduce nel suolo la divinità celeste, theos. Venendo all’estremo Oriente, circa l’identica corrispondenza fra cielo e terra propria dei termini greci theos e daimon risuona nei termini cinesi shen, il fulgido spirito celeste, e gui, la diafana presenza animica terrestre. Quanto a quest’ultimo termine cinese, gui, il più utilizzato nel significato di demone, va notato come la parte superiore dell’ideogramma rappresenti proprio il quadrato terrestre e ne costituisca la testa, mentre la parte inferiore ne raffiguri il dinamismo corporeo lieve e palpabile. Va detto come in numerose tradizioni, e fra queste la greca e la cinese, anticamente il demone non venisse considerato l’assoluto signore del male ma piuttosto un servitore del cielo che in terra vegliava e vigilava sui percorsi e le scelte degli uomini e ne riferiva al cielo gli errori. A specchio della progressiva evoluzione del mondo e dell’uomo, nel tempo la figura del diavolo si trasformò da testimone degli umani errori a buia entità ispiratrice efferata del male. In Grecia fu con Platone che si evidenziò un’avvenuta evoluzione degli inerenti significati. Del resto, la straripante potenza tellurica del pianeta puntualmente distrugge le impronte e i segni umani fin al suo primo mostrarsi, si pensi a lave e vulcani, associarla al maligno venne quindi naturale e evidente. Dilatatasi via via la dicotomia fra il bene e il male nell’etica umana, nelle diverse tradizioni si chiarì così l’assoluta contrapposizione a Dio di questa pericolosa entità sovrannaturale malvagia e tetra, distruttrice e menzognera, nemica del bene e della verità, signore del male, principe della nefandezza che in ogni caso a Dio cede e soggiace.
Ma se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio. – Matteo 12. 28